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Abbiamo bisogno di coscienze libere e consapevoli. Ma non coscienze qualsiasi. Abbiamo coscienze ancora energiche ma comunque mature e ingrigite dalla fatica del lavoro e dalle vicende della vita. Da sole, queste, non bastano.
Abbiamo bisogno di coscienze giovani e belle.
Ci necessita quella energia rivoluzionaria, quella voglia di cambiare e di generare una nuova e migliore prospettiva di futuro. C’è bisogno del moto che ha accompagnato generazioni precedenti, poi disilluse e ricondotte ai minimi termini dal sistema di consumo e di apparenze. Abbiamo bisogno di liberare la coscienza che, stordita sul da farsi, risiede negli angoli nascosti della nostra indignazione e dell’impegno civico.
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Guardiamo negli occhi ogni genitore, ogni adulto che ha cuore e sentimenti oltre che per Se, per le generazioni future, anche per quelle che ancora devono arrivare. Vediamo il velo di tristezza e di impotenza, ogni tanto sopito da parole o gesti e azioni di speranza. “Io speriamo che me la cavo” attanaglia alla gola tanti singoli non più Comunità.
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Un progetto, ci vuole un progetto che indirizzi e canalizzi energie positive di cambiamento. Ci vuole un progetto che non passi per la politica ma che offra (o imponga) alla politica i contenuti di futuro necessario.
Ma, soprattutto, ci vuole il pensiero giovane. Quel pensiero che dovrebbe declinare il punto di vista di chi oggi ha 16 anni: “quale è il mondo che ti aspetti nel 2040, quando avrai appena 35 anni e ancora 65 da vivere”, “quale è la Sardegna di domani” e, soprattutto, “tu dove e come sarai in quel futuro?”.
Abbiamo bisogno di raccontare alle nuove generazioni che il futuro collettivo prima ancora che individuale è scritto, oggi, dalle azioni che oggi si stanno compiendo. E perciò anche da quelle che NON si stanno compiendo, dalle omissioni, dalla “palla lunga” del rinvio e delle opportunità speculative.
Abbiamo bisogno di cedere il passo ai giovani e belli, prima che questi, tra giovinezza e bellezza, inebriati e storditi dalle vesti e dall’apparenza, perdano corpo e anima. Mai come queste generazioni rischiano di allontanarsi o neanche sfiorare la necessità di definire gli scenari di futuro scritto dalle azioni di oggi. Perché, rispetto al passato, il futuro sarà irreversibile. Quindi, il vostro futuro quale sarà?
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Sogniamo un rinnovato impegno civile e uno sforzo per contrastare il futuro scritto da altri, per costruire un futuro collettivo, che deve essere prima di tutto il loro.
Temiamo la nostra paura più grande: che le nuove generazioni considerino il futuro come già scritto, definito, mera proiezione tecnologica del presente, massificata e massificante, terreno planetario per i buoni consumatori e per chi gode merito di credito.
C’è invece un futuro individuale che passa per i futuri delle Comunità.
Esiste chiara l’alternativa perché esistono più futuri possibili. Abbiamo bisogno di voi, giovani e belli, sapendo che gioventù e bellezza passano veloci così come veloce passa l’età della spensieratezza e restano la vita, la coscienza individuale, la Comunità ad ospitare e accompagnare il futuro che potete costruire da oggi.
#riabitarelasardegna
#toolsforthefuture