Perché la gente continua a pensare che l’innalzamento dei mari, l’aumento delle temperature e l’inquinamento stiano diminuendo le speranze di vita delle persone?

Il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 ci ha fatto riscoprire la bellezza della natura, il cielo blu e il cinguettio degli uccelli. È per questo che, finalmente, ci siamo chiesti se in effetti il nostro stile di vita secondo i nostri comodi e le nostre comodità, in effetti ci stesse portando a staccarci dalle problematiche ambientali.

Nonostante la nostra esistenza sia strettamente collegata all’acqua, all’aria e alla luce sembra che il nostro ultimo pensiero sia quello di preservarle. Pensiamo che vivere in modo ecosostenibile non sia fattibile e che continuare a utilizzare fonti combustibili fossili e il nucleare sia l’unica soluzione. Non ci ha insegnato niente dunque Fukushima! Sebbene il Giappone avesse preso ogni precauzione per arginare un qualsiasi fenomeno che potesse mettere in pericolo l’impianto quell’onda malefica leggermente più alta del muro di protezione portò a quella catastrofe che tutti sappiamo. Il disastro di Cernobyl non lo ricordiamo più, ma solo pochi giorni fa, un incendio su quelle stesse foreste dell’Ucraina ha sprigionato una “nube radioattiva”. Ci lamentiamo delle migrazioni, ma proprio queste, la maggior parte delle volte, sono dovute ai cambiamenti climatici o a interventi invasivi strutturali che incoscientemente hanno distrutto letteralmente dei villaggi.

Se la salvaguardia ambientale si pensa sia una montatura come si può non credere almeno ai propri occhi e non vedere i pesci che muoiono a causa dell’inquinamento marino o che il cielo è coperto a causa di forti livelli di Co2. La scelta è solo nostra e siamo liberi, come sempre, di poter agire o meno

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